Quando giunge la notte tra il 31 di ottobre ed il 1 di novembre ,e tutto rimane avvolto tra le tenebre che passeggiano tranquile tra i sospiri del vento,che impetuoso giunge da luoghi incerti e misteriosi,sarà in quel preciso momento che ti apparirà.Nel silenzio imperturbabile,unico padrone incotrastato delle cose che vivono nel buio,quando il Nulla andrà a riposare nel cimitero sulla collina,il tic-tac ossessivo del vecchio e becero orologio a pendola ti penetrerà dentro il cervello e solo allora ti pentirai di avere voluto vedere in faccia il tuo PEGGIORE INCUBO chiamato " la notte di HALLOWEEN "
Considerato il contenuto altamente terrificante del racconto è consigliabile leggerlo durante una notte di plenilunio , in compagnia del farmacista di fiducia e lontano dai pasti , e tenendo in evidenza sul comodino del bicarbonato di sodio ..
Considerato il contenuto altamente terrificante del racconto è consigliabile leggerlo durante una notte di plenilunio , in compagnia del farmacista di fiducia e lontano dai pasti , e tenendo in evidenza sul comodino del bicarbonato di sodio ..
Ore 24,00 e dintorni.........
Vagavo a dire il vero ,nell’incertezza più assoluta tra i risvolti del silenzio attraverso un luogo che non avevo mai visto in vita mia,ma che tuttavia non mi era del tutto estraneo.Un luogo che mi era apparso in tre sogni ( 4 agosto –19 dicembre – 1 gennaio dell’anno 88bis tetraionico ) che seguendo illogici sentieri onirici si trasformarono in incubi che pur devastando i miei instabili equilibri psichici ,apparivano in interessanti fotogrammi tra loro collegati quasi a volere comporre un disegno delle mie vite precedenti , mi aiutavano a capire i lati oscuri della mia anima e pertanto orientavano la mia ricerca,mitigando la mia ansia e giustificando l’inquietudine che porto con me sin dalla nascita . Imponenti castelli e mura possenti di pietra ,disegnati tra foreste disseminate di faggeti,cavalieri appartenenti ad un passato a me sconosciuto,che brandivano contro me spadoni e lance, ferendomi a sangue ed io che mi battevo con tutte le mie forze a difendere non so cosa, uccidevo uomini come me per un sovrano che non conoscevo .Mi districavo in tali sogni che a dire il vero, mi procuravano una stanchezza che si mescolava ad un piacere ed una goduria intimamente intrisa di paura ,con l’ angoscia di non potere uscire da questi circuiti e la certezza di non ritornare al presente ,unico elemento certo che avrebbe garantito la mia sopravvivenza. Mi salvò da tutto questo un arcobaleno che mi apparve nel terzo sogno, e collegava la riva dei cinque sensi all’immaginario mondo del Nulla, inseguito da due ciclopi e da un centinaio di elfi guerrieri , corsi con tutte le mie forze mentre la mia schiena veniva trafitta da frecce scagliate a ventosa , attraversai tutti i colori dell’iride ed aiutato dalla forza del vento, giunsi sulla riva del presente dove svenni per le ferite riportate.
Mancava ancora qualche luogo per tornare al punto di partenza, e nell’attesa che fosse disegnato il percorso a me destinato mi trovai a passeggiare dentro uno spazio tridimensionale che faceva parte di una favola dei fratelli Grimm, che non mi fu mai raccontata .Incontrai degli abitanti e costoro mi dissero che questa località chiamata NONSAIMAIDIL non fu mai disegnata dai topografi sulle carte geografiche o sulla mappe, perché non poteva essere individuata a causa di un furto subito, infatti nel 400/ 623 avanti Cebion ( uno tra i cinquecento esseri più cattivi della galassia addormentata) alcuni brutti ceffi ne rubarono la latitudine e la longitudine e la gettarono nei pozzi sulfurei ad abissali profondità Camminavo osservando degli irregolari alberi ad alto fusto con larghe foglie di colore verde smeraldo che al mio passaggio sorridevano e mi sussurravano parole sconosciute che venivano percepite distorte dalle mie orecchie. Una scalinata in ebano costituita da docimilacinquecento gradini ,garantiva il collegamento con l’esterno , l’ultimo ostacolo fisico prima di rientrare nel mondo di cui facevo parte . Impiegai mesi per salire in cima ,e quando la scarpa destra toccò l’ultima pedata della scalinata seguita a pochi picosecondi dalla sinistra un brivido corse lungo la schiena Stavo rientrando ...quando ....“Antonio,Antonio svegliati....è una notte intera che ti lamenti ,sei terribilmente agitato...sudi come un maiale ,hai scalciato neanche fossi un puledro al palio di Siena ...Antonio sentimi bene ..ieri sera , e non negarlo perchè me ne sono accorta , ti sei mangiato una boccia intera di peperoni , da stasera si cambia registro,perchè io voglio dormire .
La notte seguente ,Antonio consumo una cena leggera a base di pastina in brodo ed acqua San Gemini.I suoi incubi finalmente sparirono una volta per sempre e con loro sparì misteriorsamente anche la sua insopportabile moglie.Antonio tornò ad essere un uomo solitario piangeva pensando a quello che aveva perso rimpiangendo ogni giorno della sua lunga vita quello che non poteva più toccare,accarezzare,amare,il motivo che lo spingeva a rientrare a casa ogni sera,la boccia di peperoni. della nonna Margherita . Se ne fece una ragione e diventò suo malgrado una persona felice.
Vagavo a dire il vero ,nell’incertezza più assoluta tra i risvolti del silenzio attraverso un luogo che non avevo mai visto in vita mia,ma che tuttavia non mi era del tutto estraneo.Un luogo che mi era apparso in tre sogni ( 4 agosto –19 dicembre – 1 gennaio dell’anno 88bis tetraionico ) che seguendo illogici sentieri onirici si trasformarono in incubi che pur devastando i miei instabili equilibri psichici ,apparivano in interessanti fotogrammi tra loro collegati quasi a volere comporre un disegno delle mie vite precedenti , mi aiutavano a capire i lati oscuri della mia anima e pertanto orientavano la mia ricerca,mitigando la mia ansia e giustificando l’inquietudine che porto con me sin dalla nascita . Imponenti castelli e mura possenti di pietra ,disegnati tra foreste disseminate di faggeti,cavalieri appartenenti ad un passato a me sconosciuto,che brandivano contro me spadoni e lance, ferendomi a sangue ed io che mi battevo con tutte le mie forze a difendere non so cosa, uccidevo uomini come me per un sovrano che non conoscevo .Mi districavo in tali sogni che a dire il vero, mi procuravano una stanchezza che si mescolava ad un piacere ed una goduria intimamente intrisa di paura ,con l’ angoscia di non potere uscire da questi circuiti e la certezza di non ritornare al presente ,unico elemento certo che avrebbe garantito la mia sopravvivenza. Mi salvò da tutto questo un arcobaleno che mi apparve nel terzo sogno, e collegava la riva dei cinque sensi all’immaginario mondo del Nulla, inseguito da due ciclopi e da un centinaio di elfi guerrieri , corsi con tutte le mie forze mentre la mia schiena veniva trafitta da frecce scagliate a ventosa , attraversai tutti i colori dell’iride ed aiutato dalla forza del vento, giunsi sulla riva del presente dove svenni per le ferite riportate.
Mancava ancora qualche luogo per tornare al punto di partenza, e nell’attesa che fosse disegnato il percorso a me destinato mi trovai a passeggiare dentro uno spazio tridimensionale che faceva parte di una favola dei fratelli Grimm, che non mi fu mai raccontata .Incontrai degli abitanti e costoro mi dissero che questa località chiamata NONSAIMAIDIL non fu mai disegnata dai topografi sulle carte geografiche o sulla mappe, perché non poteva essere individuata a causa di un furto subito, infatti nel 400/ 623 avanti Cebion ( uno tra i cinquecento esseri più cattivi della galassia addormentata) alcuni brutti ceffi ne rubarono la latitudine e la longitudine e la gettarono nei pozzi sulfurei ad abissali profondità Camminavo osservando degli irregolari alberi ad alto fusto con larghe foglie di colore verde smeraldo che al mio passaggio sorridevano e mi sussurravano parole sconosciute che venivano percepite distorte dalle mie orecchie. Una scalinata in ebano costituita da docimilacinquecento gradini ,garantiva il collegamento con l’esterno , l’ultimo ostacolo fisico prima di rientrare nel mondo di cui facevo parte . Impiegai mesi per salire in cima ,e quando la scarpa destra toccò l’ultima pedata della scalinata seguita a pochi picosecondi dalla sinistra un brivido corse lungo la schiena Stavo rientrando ...quando ....“Antonio,Antonio svegliati....è una notte intera che ti lamenti ,sei terribilmente agitato...sudi come un maiale ,hai scalciato neanche fossi un puledro al palio di Siena ...Antonio sentimi bene ..ieri sera , e non negarlo perchè me ne sono accorta , ti sei mangiato una boccia intera di peperoni , da stasera si cambia registro,perchè io voglio dormire .
La notte seguente ,Antonio consumo una cena leggera a base di pastina in brodo ed acqua San Gemini.I suoi incubi finalmente sparirono una volta per sempre e con loro sparì misteriorsamente anche la sua insopportabile moglie.Antonio tornò ad essere un uomo solitario piangeva pensando a quello che aveva perso rimpiangendo ogni giorno della sua lunga vita quello che non poteva più toccare,accarezzare,amare,il motivo che lo spingeva a rientrare a casa ogni sera,la boccia di peperoni. della nonna Margherita . Se ne fece una ragione e diventò suo malgrado una persona felice.
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