Noi architetti siamo fatti così, prendiamo le cose dal nostro punto di vista, anche se siamo consapevoli che non sia sempre quello giusto, anzi il più delle volte prendiamo cantonate tremende e ci troviamo a vagare su scorci adimensionali che prospettano su precipizi geometrici, dove vanno a spiaccicarsi i vecchi sogni del passato che avevamo disegnato ( a futura memoria ) dentre graziose assonometrie tinteggiate con matite colorate della Stabilo. So che quello che ho espresso è un concetto confuso e pitagoricamente poco confutabile,ma aspettate i primi provvedimenti del nuovo governo e poi decifrerete questo mio corollario.
Nessun commento:
Posta un commento