domenica 26 luglio 2009

Il DIROTTATORE


IL DIROTTATORE – RACCONTO DI UNA VITA ESTREMA


La mia è un storia alquanto strana e non so quanto possa interessarvi,ma prima che il caldo offuschi la vostra mente e le gocce di sudore che colano dalla fronte raggiungano questa pagina sino a stingere le mie parole e di esse farne una macchia informe e imprevedibile,ho una voglia matta di raccontarvela e spero voi di leggerla. La necessità di spifferare questi fatti nasce da una mia precisa volontà,non vorrei che altri esseri umani conducessero una vita come la mia probabilmente interessante e coinvolgente,ma ritengo non sia da emulare ne vorrei che qualcuno che lo facesse. Non mi ritengo di essere stato un modello esemplare di virtù od un eroe alla ricerca di una collocazione nei libri di storia o nelle cronache dei nostri giorni,ma un uomo come tanti altri che ha fatto delle scelte e consapevolmente ne ha pagato le conseguenze,ma da cui ha carpito il senso profondo della propria piccola esistenza .Mi chiamo Carlos Miguel Arena e sono siciliano di padre e calabrese da parte di madre .In realtà mi chiamo Giovanni Michele ma mio padre che era ambasciatore a Portorico decise che era meglio che americanizzassi il mio nome adattandolo al luogo ed alle circostanze in cui vivevamo,questo gli avrebbe procurato meno grattacapi alla sua prestigiosa attività diplomatica .Sono nato a Messina ma già a tre anni mi trovai per ovvii motivi a vivere in un’altra isola posizionata all’estremità est delle Grandi Antille nella maggiore delle isole Vergini Spagnole cioè Puerto Rico facente parte dei Carabi .Sin bambino avevo le idee molto chiare sul mio futuro e sapevo quale sarebbe stato il lavoro ( ? ) che mi avrebbe gratificato.Viaggiavo con mio nonno con un Last Minute dell’Alitalia da Roma a Catania ed avevo dodici anni,dovevamo andare a trovare i parenti in Sicilia che io non avevo mai conosciuto. Mentre mio nonno e gli altri passeggeri dormivano tranquilli io mi alzai dal posto entrai con una pistola giocattolo nella cabina del comandante e dissi serioso:” Dirotta verso la Tunisia e non fare scherzi “.E così scherzando mi trovai a dirottare il mio primo aereo e considerato che ero un piccolo marmocchio fui punito con due sganassoni da parte del nonno e tutto finì nel dimenticatoio,tra le risate del personale di volo ancora incredulo per la bravata compiuta da un bambino pestifero.La mattina andavo a scuola mentre il pomeriggio partecipavo ad un corso relativo alla licenza di pilota di linea di velivolo,ed avevo accumulato parecchie ore di volo al mio attivo. E’ così quando consegnai il diploma nelle mani di mio padre,e lui felice mi disse:”Bravo Carlos Miguel mi hai dato delle immense soddisfazioni ed ora dimmi cosa vorresti fare come lavoro ? Risposi con una semplice parola “ Il dirottatore “ –Non so per quale motivo,ma il mio vecchio mi svenne di fronte e cadde come un pachiderma sul tappeto del suo studio,mentre le sue segretarie starnazzando come le oche sul campidoglio si attivarono con dell’acqua prelevata dall’acquario di pesci tropicali per farlo rinvenire. Certo non fu molto contento della mia scelta,però suo malgrado dovette capitolare di fronte all’evenienza e sul patio della nostra villa a San Juan ( capitale del Portorico) mi chiamò in disparte ed affettuosamente mi disse:”Figliuolo io pensavo che con tutti quei corsi di volo avresti fatto il pilota d’aerei,ma non preoccuparti segui la tua strada ,fai ciò che ritieni giusto io da parte mia non ostacolerò i tuoi sogni anzi sarò sempre accanto a te soltanto una cosa ti chiedo non diciamo a tua madre che vuoi fare il dittatore “..“Dirottatore papà ,si dice di rot ta to re “ -“Come dici tu,il dirottatore. Diremo che hai intrapreso l’attività di commerciante di banane,così potremo giustificare le tue assenze mentre giri per il mondo.” E fù così che iniziai la mia anomala professione,ed il mio esordio da adulto avvenne proprio su un volo in partenza dall’aereoporto di San Juan con dieci amici d’infanzia prescelti ed insieme costituimmo un gruppo terroristico anomalo ed in perfetta sintonia. Le motivazioni che ci spingevano a dirottare gli aerei non avevano alcun fondamento politico,sociale o che altro,era solo un modo insolito e pericoloso per guadagnare tanti soldi. Io personalmente avevo un motivo valido che si basava sul dominio assoluto di un mezzo aereo,cento,duecento o anche sessanta persone in preda al panico più assoluto e senza controllo di se stessi in balia di un uomo che decide sul loro destino in grado di deviare l’obbiettivo della meta. E mentre l’adrenalina raggiunge il massimo livello,come in preda ad un’orgasmo mi sentivo padrone del mondo,del mezzo di trasporto,dell’aria,mi sentivo al pari di una divinità in grado di dominare sul cielo,sul tempo ed anche sui sentimenti e sul terrore che si dipingeva sui volti di quelle povere vittime. La mia specialità era la trattativa con le autorità,con le torri di controllo,con i funzionari della polizia e dei servizi di sicurezza ,ed in questo campo grazie all’attività di papà di cui avevo carpito tutti i trucchi del mestiere,i comportamenti,le mediazioni,ero diventato un esperto di prim’ordine .Riuscivo ad ottenere quello che richiedevo senza spargimento di sangue e limitando al massimo i danni.Basti pensare che su oltre 130 dirottamenti al mio attivo,il mio gruppo non ha mai ucciso nessun ostaggio,solo qualche pugno e delle intimidazioni ,quali calci e bastonate che hanno provocato al massimo fratture di poco conto .


Oggi a settantacinque anni compiuti,ho deciso di chiudere per sempre con questa mia lunga e stressante attività e dopo aver licenziato i miei compagni di tante avventure,sono salito da solo su un volo di Air china che da Pechino dovrebbe giungere a Kunmig nello Yunnan.Ho fatto lanciare con il paracadute tutti i 130 membri dell’equipaggi compresi i piloti e le hostess e ho preso il comando dell’aereo,la cloche è stretta tra le mie mani non più forti come una volta ed alquanto tremanti risentono anche loro della giovinezza trascorsa.Ho manomesso volontariamente tutti i contatti radio .E’ il mio ultimo lungo viaggio attraverso l’universo ma non so quale sarà la mia ultima meta,la rotta che seguo è quella indicata dal mio destino.Osservo sotto di me l’Oceano immenso con le sue petroliere attraversare la linea d’orizzonte ed i gabbiani accarezzare come il vento la superficie del mare .I miei pensieri si catapultano tra le nubi forate dalla fusoliera ed i miei occhi si chiudono come il giorno stanco prima di essere divorato dal tramonto.La mia vita ormai non mi appartiene più è nel grande gioco delle incognite,in cui per tanto tempo mi sono destreggiato come un puledro ad un rodeo, è stata inevitabilmente dirottata in altre sconosciute dimensioni ,ma è troppo tardi per rendermi conto che sto per essere inghiottito dall’occhio del ciclone.Mi aspettava paziente sulla linea dell’equatore ed ora gli andavo incontro come ad un appuntamento a cui non avrei potuto mancare . .


Se un giorno vi capitasse di visitare Puerto Rico e di andare a San Juan, a Guayama, a Mayaguez ,a Ponce o sulla spiaggia Condado od entrare nella splendida cattedrale di Santa Cruz,chiedete a chiunque incontriate chi era Carlos Miguel Arena ed ognuno di loro dopo avervi raccontato la mia storia vi dirà ….” era il dirottatore più famoso del mondo e di tutti i tempi “.



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